Domani mercoledì 20 settembre dalle ore 20.30 al Cinema Teatro Massimo Troisi di Nonantola ad ingresso gratuito, in collaborazione con il Comune, Officine Culturali e altre associazioni del territorio nell’ambito delle iniziative curate dalla AUSL di Modena. Alle registe del corto vincitore della gara ‘4GiorniCorti’ del Nonantola Film Festival 2023, Marinella Vescovini e Martina Fregni, sarà assegnato un riconoscimento.
Domani mercoledì 20 settembre al Cinema Teatro Massimo Troisi di Nonantola (MO) alle 20.30 al via il primo dei Nonantola Film Labs autunnali – incontri con le realtà e le associazioni del territorio curati da Nonantola Film Festival APS affiliata Arci UCCA che organizza l’omonimo festival – con la proiezione di “Chi sei?” corto vincitore della gara ‘4GiorniCorti’ 2023 e riconoscimento alle registe Marinella Vescovini e Martina Fregni che saranno presenti in sala, e a seguire la proiezione del documentario “PerdutaMente” di Paolo Ruffini e Ivana De Biase.
La serata – ad ingresso gratuito – è realizzata in collaborazione con il Comune di Nonantola, Officine Culturali e altre associazioni del territorio nell’ambito degli appuntamenti organizzati dall’AUSL di Modena in occasione della 30^ Giornata mondiale della malattia di Alzheimer.
Questa la motivazione della Giuria di Qualità della gara ‘4GiorniCorti’ del Nonantola Film Festival 2023 nell’attribuire a “Chi sei?” della troupe Senzarti il primo premio: “Per come ha saputo gestire gli elementi di spunto in maniera coinvolgente associando con garbo un tema sociale e sanitario a una storia personale realistica, con idee di sceneggiatura originali e dotate di leggerezza senza cadere nel patetismo, emozionando e sensibilizzando”.
In “PerdutaMente” l’attore, autore e regista Paolo Ruffini insieme a Ivana De Biase, partendo da una richiesta postata su Instagram, si mette in viaggio per l’Italia alla ricerca di incontri, esperienze, confronti con persone affette dall’Alzheimer, e con chi se ne prende cura: parenti, amici affetti. In Italia circa 1 milione di soggetti vivono l’Alzheimer in prima persona e circa 3 milioni ci entrano in contatto con l’assistenza.
Ruffini consente (e non sono in tanti a farlo nel mondo documentaristico) al bene (da non confondere con il pessimo e derisorio termine di ‘buonismo’) di fare notizia perché esiste e si concretizza in un abbraccio, in un rapporto nonna-nipote, in quattro mani che si muovono sui tasti di un pianoforte. Sa come mostrarcelo con pacata ma ferma determinazione.
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